Biografia

Biografia

Franca Antonello

Franca Antonello

Nata a Ponte San Nicolò in Provincia di Padova, Franca Antonello ha compiuto studi artistici presso l'Accademia delle Belle Arti a Venezia, al termine dei quali si è dedicata alla pittura, intraprendendo un percorso di crescita caratterizzato da numerose esposizioni.

Tra le più rilevanti si segnalano le partecipazioni alla Artexpo New York 2000 al Javitas Convention Center (marzo 2000), al Sanat Istanbul Fuari in Turchia (ottobre 2005), alla Biennale di Venezia "Performance Paper Project" (giugno 2007), testimonianze di una visibilità internazionale della sua arte che ha visto le sue opere esposte anche in Francia (dal 2008 espone abitualmente presso Le Carrousel du Louvre), in Austria, in Brasile, in Finlandia, in Ungheria, in Australia, in Germania, in Polonia e in Inghilterra.

Già ben conosciuta per la sua attività artistica altamente apprezzata a livello nazionale ed internazionale, Franca Antonello si è distinta anche per le numerose iniziative intraprese, a partire dalla creazione di gruppi artistici per arrivare all'apertura di una propria galleria d'arte nel padovano con la quale promuove i propri lavori ed ha accesso a manifestazioni fieristiche di rilevanza internazionale.

Autorevoli commenti alle sue opere - così come le riproduzioni di alcuni dei suoi dipinti - sono disponibili sul sito e tra queste, quella che meglio sintetizza il tema delle sue opere recita: "Nell'attività della Antonello si alterna, come in una pellicola, la più rara e inaspettata morfologia terrestre e ultraterrena: sono paesaggi idealizzati, immaginarie inflorescenze, cattedrali e strade trasognate, sorprendenti nascite-rinascite, gondole nel silenzio veneziano, boschi d'incanto, alberi come fiocchi di neve rosa, praterie primaverili.

Ci si domanda quale sia, nella sua testuale complessità, il più autentico universo pittorico di Franca Antonello. Non ci sono dubbi. I suoi luoghi di ispirazione si espandono alle ininterrotte trigonometrie dell'anima, in un caleidoscopio dove prendono luce e respiro le composizioni floreali, gli intrecci corallini, le silhouettes umane identificate in lingue di fuoco protese al cielo o inabissate negli ipogei, gli archetipi antropologici emergenti dalla memoria collettiva.

Sono tutti oggetti e soggetti che si affacciano, dai quadri di Franca Antonello, con una passionalitò sempre diversa, come riflessi in una specchiera mobile.

Si potrebbe concludere che nel lavoro della pittrice di Padova si riverbino le mille alchimie della nostra esistenza etica e spirituale".

Le mille alchimie di Franca Antonello

Giardini dell'Eden, o foreste tropicali? Territori di luce, o apocalittici vortici del mare? Consapevolezza intellettuale, o fluente vitalità naturale? Tra queste molteplici lunghezze d'onda prende forma e corpo l'ìntensità espressiva della pittura di Franca Antonello.

Questa ricchezza di fondo suscita all'istante un moto di curiosità, di interesse, di sorpresa, quasi di connivenza. La compartecipazione alla pittura della Antonello è di carattere emozionale. Nascono più tardi i rilievi, le analisi e i raffronti culturali. Nell'operosità della pittrice prendono il più deciso rilievo le scelte tematiche, gli esperimenti e le corrispondenze con i grandi modelli storici. Le personali ritualíta artistiche entrano cosi in simbiosi con i valori generali della comunità alla quale appartengono. Alla riscoperta delle impronte originarie della materia, Franca Antonello si fa interprete di una realtà che scientemente lei stessa trasfigura per possederla nella sua totalità. Riesce così a scrutarla fino in fondo, quasi a spiarla nelle più sottili verità dell'essere. Tutte le sue opere ne sono la testimonianza.

Nell'attivítà della Antonello si alterna, come in una pellicola, la più rara e inaspettata morfologia terrestre e ultraterrena: sono paesaggi idealizzati, immaginarie inflorescenze, cattedrali e strade trasognate, sorprendenti nascite-rinascite, gondole nel silenzio veneziano, boschi d'incanto, alberi come fiocchi di neve rosa, praterie primaverili.

Ci si domanda quale sia, nella sua testuale complessità, il più autentico universo pittorico di Franca Antonello. Non ci sono dubbi. I suoi luoghi di ispirazione si espandono alle ininterrotte trigonometrie dell'anima, in un caleidoscopio dove prendono luce e respiro le composizioni floreali, gli intrecci corallini, le silhouettes umane identificate in lingue di fuoco protese al cielo o inabissate negli ipogei, gli archetipi antropologici emergenti dalla memoria collettiva. Sono tutti oggetti e soggetti che si affacciano, dai quadri di Franca Antonello, con una passionalità sempre diversa, come riflessi in una specchiera mobile. Si potrebbe concludere che nel lavoro della pittrice di Padova si riverberino le mille alchimie della nostra esistenza etica e spirituale.

Nella rapida visita in una ideale galleria della sua intera opera, si potrebbe seguire passo dopo passo l'evoluzione in progress. Valgano come esempio alcuni quadri, quelli dedicati a palazzi e cattedrali. In "Fiori di notte a Venezia", come in "Mont Martre", gli effetti scenografici suggeriscono, al di là della rappresentazione effettiva, una ristruttura del reale secondo uno slancio coloristico in simbiosi tra la documentazione dal vero e gli intenti artistici. In "Venezia prosciugata" si estremizza la presenza esteriore di un luogo preciso fino a trasformarlo in un'ipotesi già appagata dalla sua realizzazione: l'idea del Canal Grande in fiore è un progetto tanto fantasioso quanto ardito e affascinante. Due opere, in particolare, si differenziano nel contesto generale: "Creazione" e "Zeus e i colori dell'Olimpo". L'una e l'altra nascono dal proponimento di dare visibilità all'invisibile. L'ambizione è grande, così come la figurazione allegorica che ne consegue. Ecco che, al centro della raggiera solare che sovrasta Zeus, il cielo e la terra si congiungono nella trascendenza e nell'inquietudine filosofica. Si svelano qui i labirinti dell'inconscio. Estasi e dramma, felicità e sofferenza si succedono sul cavalletto di Franca Antonello. Si possono citare "Esodo", "Fioritura glaciale" o "Vortice del male". Ne scaturisce una conflagrazione fra opposti archetipi parafrasati dai duttili impasti della tavolozza. Il contrappunto tra finzione e realtà ritrova equilibrio in una fulgente modernità, come nella serie "Fusioni", dove gli elementi virtuali si innestano nella stilizzata tangibilità delle figure umane protese a un cielo ancora sconosciuto.

Non è possibile inserire Franca Antonello in un conchiuso ambito stilistico. L'artista vive e opera all'interno di una personale atmosfera, pur sempre disponibile alle suggestioni del mondo. Attenta alle più attuali tendenze figurative, la Antonello resta fedele alla sua vocazione e al suo linguaggio. L'ispirazione trova alimento nelle energie di una "natura naturale" essenziale e lussureggiante, antichissima e moderna, nuova e primigenia come la creazione del mondo e della vita. Dal segreti del suo atelier, Franca Antonello invia una serie di coinvolgenti notizie esistenziali, a volte spirituali e altre volte fisiche, trascendenti o terrene, placide o impetuose. Nella consonanza fra intuizione e ricerca, cioè fra sentimento e intelligenza, la sua opera si realizza in una creatività di ordine soprasensibile. Ed è proprio nelle mille alchimie della "soprasensibilità" che si rivela il punto più alto della sua pittura.

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Critiche

Attraverso il libero dispiegarsi di una traccia, ormai divenuta entità fisica e vitale, non più quindi illusoria componente di un tracciato disegnativo, Franca Antonello si accosta al simbolo della vita, procedendo innanzi geneticamente entro il ventre di un linguaggio, che sussiste ed acquista spessore anche manifesto in una metafora narrativa: per certi versi un nostos che punta a raggiungere nuovamente la magica essenza di una forma ad un tempo arcaica ed arcana.

Inìsero Cremaschi


Affacciarsi sull'universo pittorico di Franca Antonello significa guardare la realtà trasfigurata dall'occhio caleidoscopico di un'anima gioiosa e vitale, vibrante di sensibilità e colma di evocazioni sine­stesiche, ove il generoso fondersi di cromatismi ci innalza ad una dimensione superiore.

Un mondo nel quale siamo inebriati da suoni, profumi, miscele di gusti che, misteriosamente, emanano dalla tela, il cui immacolato candore viene iniziato alla vita da mani dedite e feconde, tese ad un'interpretazione del circostante, ove alla Natura spetta il ruolo di protagonista e l'Uomo perde la sua identità soggettiva per farsi groviglio di corpi e volti indistinti. Eppure, ad un soffermarsi più attento, emerge un'eco inconscia meno immediatamente solare, sospesa tra l'eclatante bisogno di esprimere un traboccante vitalismo e l'inquietudine che nasce dal tentativo di risolvere l'ambivalen­za del rapporto di fusione-separazione con l'archetipo della Grande Madre.

La pittura di Franca Antonello è scrigno che racchiude preziosi simbolismi, immagini di contenuti che trascendono la coscienza, attingendo, dal pozzo dell'inconscio collettivo, modelli mitici sui quali si fonda il mistero della trasformazione, come percorso iniziatico attraverso l'esperienza continua­mente poetica della rinascita. Questo il solco nel quale germogliano sinfonie trionfali di rinascite vegetali, tavolozze boschive, fioriture campestri; forme brulicanti in cui l'elemento corporeo si moltipli­ca per intrecciarsi e fondersi, creando l'illusione di pistilli pollinici, sculture coralline, fiumane, spirali e tensioni energetiche; opere ove prevale l'esaltazione del sentimento di ri-connessione con le potenze della Natura; mentre, nel tripudio floreale posto a sublimazione dell'acqua o laddove la stessa domina, (come in "invasione" o in "vortice del male"), emettendo vibrazioni inquietanti, si può cogliere il senso di un percorso di trasformazione e di evoluzione liberatoria dal lato oscuro e divorante, che rappresenta il volto "alter", ineluttabile seppur negativo dell'archetipo della Grande Madre.

Chiavi di lettura che richiamano il continuo processo rigenerativo dall'oscurità alla luce, espressione del modello mitico dell'eroe solare, di cui l'Artista si fa, per certi versi, interprete, chiavi di lettura che tendono a squarciare il velo, offrendoci di Franca Antonello un ritratto in chiaroscuro, evidenziando una lacerazione interiore, quasi sfuggita a consce pennellate di vibratile solarità, tutto a vantaggio di una personalità artistica, che si rivela sfaccettata e complessa, nel suo tentativo di esprimere fino in fondo se stessa e di trascendere, attraverso la sua creatività , la dimensione umana per assurgere all'unione perfettamente armonica con il Divino.

Cinzia Pezzarini


L'amore per la natura è peculiare in Franca Antonello, pittrice di vaglia. I suoi quadri sono un'esposizione di colori lussureggianti che trasformano il paesaggio in una sorta di continuo giardino fantasti­co. Tutto diventa vibrante ed esaltato, come certi campi di fiori dell'Olanda.

La sua pittura dai colori vivaci e forti, esprime un profondo desiderio d'immedesimazione.
Quella natura: come nel caso di "Pennellate boschive", dove il senso del bosco è reso con splendidi effetti nel susseguirsi di piani cromatici di profondità.

È ancora una volta la natura lussureggiante che domina, con la sua fresca (e pur controllata) orchestrazione cromatica. Ma, a ben vedere, si insinua sempre più il quoziente simbolico. II Bacino San Marco è illuminato da fiori di timbro romantico. Una gondola in Piazza San Marco appare carica di maschere: e qui si accentua appunto il lato emblematico.

Finché si arriva alla grande "invasione": una enorme ondata travolge, inghiotte e nel contempo nutre una miriade di esseri umani (l'immagine della burrasca nacque in Franca Antonello proprio dalla vi­sione diretta, a Cuba, di un uragano). II richiamo diventa dantesco per il turbinio dello spazio. Compaiono elementi mitologici e religiosi con una rivisitazione dell'antico che colpisce come la "Crea­zione": il volto severo di Dio Padre. Una pittrice che congiunge natura e intelletto: senso e ragione.

Paolo Rizzi


Le tele dipinte da Franca Antonello, pittrice, porgono all'interlocutore un messaggio costruito su spa­zi aperti e coloratissimi, trasfigurati dalla forte e accesa fantasia dell'autrice e nati dal suo profondo e intenso contatto con la natura. Quest'ultima, intesa come forza e industria primigenia, è guida pre­ziosa e ideatrice di un tessuto esistenziale in continua evoluzione. Motore pulsante, intimo cuore ca­pito e portato alla luce non in una mera veste riproduttiva, ma nell'inesausta vitalità, nelle spinte avanzate che costituiscono il legame segreto con ogni creatura vivente.

Luciana Peretti


Attraverso il libero dispiegarsi di una traccia, ormai divenuta entità fisica e vitale, non più quindi illu­soria componente di un tracciato disegnativo, Franca Antonello si accosta al simbolo della vita, pro­cedendo innanzi geneticamente entro il ventre di un linguaggio, che sussiste ed acquista spessore anche manifesto in una metafora narrativa: per certi versi un nostos che punta a raggiungere nuo­vamente la magica essenza di una forma ad un tempo arcaica ed arcana.

Carlo Milic


Di lussureggianti cromie si connota l'espressione di Franca Antonello che deve essere vista come una festosa pirotecnia di accensioni, e anche "ascoltata" come una sinfonia di colori vitali, che si au­toalimentano di energie luminose innate e ancora "sentita" come una litania commossa alla inesau­ribile fecondità del grembo primaverile di una natura in continuo fiorire.

Carlo Cinelli